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  Questione di come ti svegli la mattina questione di Parche che tessono il tuo destino & affitto pagato mentre ascolti la pioggia cadere – ti svegli così un anno più vecchio qualche anno meno giovane ho costruito parchi gioco tra i miei capelli bianchi e per fare un giro delle mie rughe faccio pagare il prezzo di un bacio ho passato i miei muscoli ai miei pensieri mentre siedo a guardare amori in bici che passano e vanno via in un’eterna mattina di sole ho visto stomachi allargati e guerre infinite ho barattato giorni per pochi minuti e in quei minuti sono stato vivo sono stato me stesso sono stato perso in quei...

  Ogni ora è scendere nell’inferno della mia mente tra mosche, marcio, vermi colpi di stato tra eserciti- fantoccio lo scarico intasato dai rimorsi una donna che urla alla finestra cani ammattiti di rabbia che si mordono le ferite per terra foto mezze sciolte mezze bruciate colorate di me, di altri di personaggi mai davvero esistiti e un vento caldo che sale dal basso portando con sè tutti i pianti mai fatti tutte le urla taciute un seno gigante & un sospiro e un cassetto di poesie pieno di fogli bianchi rivolo, gorgoglìo, buio occhi di fumo buio rumore di acqua, qualcosa che sbatte buio e io lì, perduto timido e stanco, come il primo giorno -io che barcollo come da copione che mi studio...

  Su una sponda del lago risate di bambini gita, voci che si rincorrono che spingono il cielo a scoperchiare le nuvole Su un’altra sponda resti di falò, bottiglie vuote orme e racconti di una notte prima di spogliarsi di tuffarsi fra le acque E poi calma, silenzio erosioni pazienza su su fino alla diga oltre la quale il nostro sguardo non riesce ad andare È lì accanto che ci riposiamo noi che ci sdraiamo -accanto al muro impenetrabile -sempre domandandoci cosa ci sia oltre riflettendo Forse, riposando.   Marco Zangari © 2015 www.marcozangari.it Pagina Facebook: Marco Zangari  ...

  Quando tutti sono andati via -la musica più bassa, lenta i bicchieri rovesciati, il disordine- ti siedi, finalmente lo sguardo che fissa tutto e niente stanchezza alle gambe pensieri che scivolano e vengono tagliati in due dalla luna anche il drink che stai bevendo ha un sapore diverso da quello della festa -e lo bevi anche per motivi diversi Quando tutti sono andati via realizzi che non tutti sono andati -molti hanno lasciato all’inizio altri a metà quando le cose si facevano interessanti alcuni avevano promesso di venire ma poi avevano avuto da fare altri ancora ti aspettano fuori- ma non tutti sono andati e tra il fumo li vedi, li riconosci -anche se sbronzi...

  La casa era tutta dipinta di giallo un giallo senza luce e senza forza -tutta, anche le grondaie le finestre e le porte Il tetto era formato da tegole un tempo verdi abbrustolite dal sole graffiate dal vento E sotto il tetto una scritta “FUNERAL HOME” Davanti alla casa un paio di auto parcheggiate perse sotto un cielo terribilmente blu Tutte le altre auto sfilavano lentamente davanti bloccate nel traffico sprecavano carburante, intente ad avvolgere tutto nel loro fumo a non riuscire a pensare oltre l’ora di pranzo a desiderare solo che fosse sera per poter finalmente tornare a casa. Marco Zangari © 2014 www.marcozangari.it Pagina Facebook: Marco Zangari Poesia contenuta in "Chi ha bisogno di Rivoluzione quando invece può andarsene...