Chi ha bisogno di Rivoluzione quando invece può andarsene al mare?

Prima dei racconti e di “Latinoaustraliana”, la poesia è stata a lungo la mia forma espressiva preferita perchè, come disse qualcuno, “la poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po’”. La scuola non me l’aveva fatta amare e, come molti, spesso pensavo di “non capirla”, che fosse qualcosa di troppo lontano, un gioco di parole e poco altro. Per questo decisi di scrivere delle poesie che non sembrassero nemmeno fatte di versi e termini astratti, ma che fossero pezzi di vita reale, sangue e sudore e parole semplici. Ne è venuto fuori una sorta di “diario poetico”, in cui ho raccontato il mondo che mi circondava –quello più prossimo, e anche quell’altro più grande.

Nel 2016 ho deciso di raccogliere alcune di queste poesie in un volumetto che ho autoprodotto, dal titolo “Chi ha bisogno di Rivoluzione quando invece può andarsene al mare?”. Le poesie selezionate si rifanno, in un modo o nell’altro, a quel concetto di rivoluzione del titolo –che non è (solo) politica, ma sociale, interpersonale e intima, di cuore e di budella, concreta e affettiva. Visto che il mio intento era quello di creare anche un bell’oggetto, curato in ogni dettaglio, abbiamo deciso di accoppiare le poesie con le fotografie di Michelangelo Restuccia, amante del mare, mio amico di lunga data e appassionato di fotografia. Il risultato è quello di pagine che si sfogliano e si sposano tra loro, con un rimbalzo di significati e rivoluzioni tra poesie e foto che aumentano l’energia di parole e immagini.

Chi ha bisogno di Rivoluzione” è un viaggio finito in naufragio, ma comunque un viaggio che vale la pena fare.

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