Tutti i post in: Poesie

  tempo che cambia in una notte vento di burrasca in coperta e su me col motorino il casco come uno scafandro mi immergo in un acquario di nuvole che corrono e auto ferme agli incroci da dentro lo scafandro vedo strane creature che bevono caffè che fissano appuntamenti che progettano pranzi credendosi immortali mentre il mare gonfia e urla onde di risacca contro il ponte ed io ci corro dentro cavalcando il 125 come fosse Ronzinante come tappeto volante come la Poderosa del Che e Mial come nave spaziale tra il traffico delle otto dentro quello scafandro canto seguendo il ritmo dell'oceano e bestemmio e rido e penso a giornate di sole evaporate e...

  Ho una sensazione -che non dovresti trovarti stasera con quest’uomo troppo folle per vivere con gli altri Bevine uno e anch’io me ne verserò, non temere -ecco, brava bevine uno per tutte le infinite volte che questa vita ti pare sprecata bevine uno per ogni volta che sai che c’è solo questa, e pazienza bevine uno per questa nostra notte piovosa e senza senso Non è amore quello che voglio stasera, lo sai bene fammi solo riempire il tuo bicchiere Bevine uno per le macchine che si bagnano fuori sotto il cielo gelido fuma pure, se vuoi e poi bevine uno Bevine uno per ciò che ci hanno tolto e noi sapevamo bevine uno per l’ottimo furto su queste tue labbra così tristi che non...

  una fatica unica un tormento uno sforzo grottesco teso a un cielo dipinto su un muro -la tua faccia di sabato sera è più triste e fasulla di qualunque altro giorno e adesso è finita è notte –serpenti e vermi in quantità su pareti e sonni tutto il vuoto delle strade tutta la fine in ogni cosa nei tetti sul mare nelle giostre ferme negli alberi morti nel panorama depredato di tutte le sicurezze del mattino e i balconi, il silenzio i panni stesi ad asciugare e ancora bagnati nel gorgoglìo segreto putrescente della notte ormai malata di alba estirpo come tanti cancri ricordi troppo freschi per essere già liquefatti -le orecchie mi risuonano del tizio ubriaco che volevo stendere di quelle meraviglie per niente delle risate finte,...

  destino di gatto steso al sole di ossa lasciate ad asciugare di calendario costretto a saltare i giorni buoni di furti ai galeoni sotto stelle vere e finte con le guardie già pronte in spiagge notturne destino di barchetta carica di tesori nella penombra e un oscillare un oscillare tale che il naufragio sembra l’unico destino possibile. Marco Zangari © 2017...

Ragazzo che cammina da solo silenzioso quasi adulto passa e noi lo guardiamo pensiamo chissà cosa gli gira in testa chissà cosa trama avrà già capito tutto avrà capito come va avrà dovuto capire è geniale è pazzo è sicuramente pericoloso ci odia, ci odia tutti ha qualcosa che non va dobbiamo lasciarlo stare Pericoloso, pensiamo, pazzo mentre lui è già passato senza che nessuno si sia chiesto se quello è soltanto un ragazzo che cammina da solo. Marco Zangari © 2016...

  il cielo stellato disteso sopra le palme dell’estate finita e di quella mai arrivata la cassetta delle lettere piena di avvisi di garanzia pubblicità di pizze e memorandum d’innocenza che finiscono per mischiarsi le auto che sfrecciano ubriache la sveglia presto il tutto da fare rimandare aspettare cercare pace nell’ultima sigaretta del giorno spegnere sperare solo questo.     Marco Zangari © 2017...

    quando ero giovane immaginavo il palazzo dove stavo abitato da tutti gli scrittori che mi aiutavano a vivere facendomi dimenticare della vita -in una stanza sul retro John Fante si muoveva in circolo furiosamente disperatamente sempre aspettando Camilla da quel balcone ingombro di carte appallottolate -Pirandello metteva su il caffè la mattina presto poi si infilava in bagno per evitare Saroyan & il suo insulso chiacchierare di favole & sole -a Céline bisognava passarlo da sotto la porta solo le sue donne potevano entrare -Hemingway spuntava per pranzo portando pesci & storie difficili da credere -tutti a tavola con Miller che chiedeva prestiti alle pance piene e sognava solo di fuggire -nella stanza accanto Kerouac e gli altri tenevano la musica alta e riuscivano a far incazzare tutti essendo...

  nessuno scrive poesie di lunedì sera nessuno fa rivoluzioni con il malditesta nessuno si aspetta un sorriso nel treno verso casa   nessuno immagina mai la pioggia quando c’è il sole   e viceversa.     Marco Zangari © 2017...

  se non è la stanchezza è la macchina che non parte se non è la macchina sono i casini con la tua donna se non è la tua donna è l’eccesso di lavoro o la mancanza di lavoro o il lavoro se non è il lavoro è l’otturazione ai denti da rifare o quella strana macchia che ti devi ancora far controllare se non è la macchia sono le telefonate che devi ancora fare se non sono le telefonate è il mal di vivere che provi a curare quando tutto intorno è notte se non è il mal di vivere sono mille pensieri quotidiani come una nuvola spezzettata in tanti piccoli, ostinati temporali che...

il punto non è le domande che mi fai ma le risposte che mi appiccichi addosso lo so, dico sempre -è una lunga storia- e con questo intendo tutto a quel punto mi tuffo nel bicchiere sperando di cogliere la visione di com’è la vita su una spider con altre persone giugno, il mare e occhiali da sole -com’è, su quelle barche che non saprei nemmeno portare -com’è, in quelle teste senza alcun pensiero se non –prossimo pasto prossima cagata andare al lido venerdì sera- -com’è, quando ti hanno sistemato tutte le buche per strada e devi decidere solo con che auto correrci sopra -com’è, in quei viaggi per pochi quei locali per pochi anche se...