Trame tra le mura

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Ad inizio 2016 la casa editrice della Nativi Digitali Edizioni di Bologna ha indetto un concorso letterario nazionale. Si trattava di spedire un estratto da un racconto che parlasse di esperienze (reali o fittizie) con coinquilini particolari. Arrivarono più di 60 estratti, che vennero votati su Facebook e Instagram. Di questi 60, i piu votati passarono alla fase di selezione finale, da cui vennero poi fuori i cinque racconti di “Trame tra le mura”, pubblicata dai Nativi nel luglio del 2016.

Il mio racconto, intitolato “La volta che vissi con l’anarchico”, ha passato questa lunga selezione, di pubblico e di editor, per poi venire pubblicato su questa raccolta (disponibile sia in cartaceo che in digitale).

Il tema della raccolta mi chiamava direttamente in causa perchè nella mia vita universitaria prima (divisa tra Palermo e Roma) e in quella lavorativa poi, mi sono trovato ad affrontare le (poche) gioie e i (tantissimi) dolori del condividere uno spazio spesso ristretto con gente estranea (e fuori di cucuzza). Sono situazioni che spesso tirano fuori il peggio di noi, che possono sfociare in psicodrammi buoni per l’analista, ma che, col passare del tempo, possono dare spunto per ricordi che strappano risate e scuotimenti di testa. E’ il caso di questa storia, che non è stata molto divertente da vivere, ma sicuramente è stata uno spasso da scrivere (e mi auguro per voi da leggere). La forma del racconto mi piace perchè si scrive e si legge in poco tempo, riusciamo a incastrarlo nelle nostre giornate pienissime, e utilizza poche pagine per creare personaggi che resteranno –e sono sicuro che penserete a Carlo la prossima volta che vi farete un caffè…

E’ anche una riflessione generale sulle persone dalle idee troppo rigide, sulla faciloneria politica di alcuni, su troppi luoghi comuni, sulla difficoltà di restare umani quando non vengono rispettati i nostri spazi… ma questo lo scoprirete solo leggendo “Trame tra le mura”.

E facendovi due risate, che male non fa.

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