Tutti i post in: Poesie

ogni tanto mi sento come se ogni anno fosse stato 100 guerre e ogni guerra mille battaglie mi sento che non è ancora finita che non finirà mai mi sento di stare qui a guardare la gente che esce dalla chiesa dopo la messa e toccarmi sentendomi in colpa sentendomi niente mi sento come se dovrei fare qualcosa mi sento come se non so cosa cazzo sia mi sento che questo malditesta mi ucciderà insieme a incubi umidi e notti col fucile puntato mi sento come se il mio capo ha ragione a dirmi cosa fare e a farsi succhiare dalle segretarie mi sento come se hanno ragione tutti mentre la messa finisce ancora una volta e loro possono tornare...

    Onde che lasciano segni dai contorni confusi a lambire impronte nette precise di amicizie che partono da troppo lontano e finiscono per perdere la rincorsa Onde che cancellano le impronte Onde che portano a riva il profumo forte e dolciastro di ragazze pelle liscia di ragazze mani sorprese di ragazze che non sarebbero rimaste ragazze a lungo ma non lo sapevamo e loro forse sì Onde che ora scoprono ora celano scogli improvvisi, neri, lucidi a rompere la superficie a sposare le tempeste Onde che vanno avanti e indietro avanti e indietro per inerzia costruendo cancellando estate e inverno fino a cadere a cedere al peso indifferente di tutte le altre onde.   Marco Zangari © 2016  www.marcozangari.it Pagina Facebook: Marco Zangari ...

  Gli ombrelloni che si richiudono uno dopo l’altro sotto un cielo ostinato puntuale solo nelle tempeste e che ora promette pioggia di quella che fa fuggire verso le auto parcheggiate di quella che allaga e fa respirare i campi che crea e distrugge che bagna in tutte le direzioni volti in cammino incerti agli incroci e che rende difficoltosa e quasi nasconde auto cariche di valigie e mobili e ricordi di casa verso una nuova casa oltre la tempesta Nell’aria umida che fa impazzire le mosche e redimere gli uomini sotto un cielo d’apocalisse domenicale una coppia giovane avvinghiata si scambia senza fiato i baci di un’estate che finirà al cadere delle prime gocce. Marco Zangari © 2016 www.marcozangari.it Pagina Facebook: Marco Zangari   ...

Strade di cittá d’agosto poche auto, tutte dirette altrove e dentro ogni auto una speranza di un’ora un sogno di vino una brezza in questa notte immobile Strade di cittá d’agosto universo in sospensione tregua sudore e sveltine di pace Strade di cittá d’agosto con le sue dolci bugie notturne che perfino i barboni sembrano andati in vacanza Strade di cittá d’agosto ed io, vagabondo immemore a calpestare la polvere di questo deserto di neon, bar vuoti semafori spenti e un’ultima birra prima di andare via. Questa poesia è tratta da “Chi ha bisogno di Rivoluzione quando invece può andarsene al mare?” (2016, disponibile su prenotazione a info@marcozangari.it). Fotografia di Michelangelo Restuccia  ...

  Alla fine di tutte le strade del mondo mi troverai qui Mi troverai avvolto nei miei misteri insoluti, nelle mie sere pensierose mi troverai armato e nudo mi troverai Mi troverai qui dopo tanto vagare dopo tutte le strade ed avrai un cognome che li contiene tutti e così anch’io Mi troverai qui dove i tramonti sono senza importanza & bellissimi dove ogni notte barcolla dentro un’alba dove non esiste nessun dove Mi troverai qui ed io troverò te e se saremo fortunati abbastanza il mondo non ci avrà rubato tutto non ci avrà indurito troppo non avrà reso il nostro sonno solo otto ore di buio tra un dolore e l’altro Ma sarà rimasto qualche sogno come evaso fuggiasco ed in quel sogno continueremo ad...

  voglio farti sedere versartene uno e cominciare a leggere a voce alta e voglio farti capire che le mie non sono poesie di carta ma vivono e respirano usano mezzi pubblici stappano birre evitano di rispondere al telefono hanno tic e sogni e cantano sottovoce quando nessuno le ascolta le mie poesie hanno barba lunga e jeans sdruciti girano con occhi assonnati e dicono troppe cose tutte insieme fanno l’amore hanno malditesta e manie e quell’ombra di salvezza in mezzo alle loro urla da pazzo alle due del mattino le mie poesie nascono in qualche modo e qualche volta non muoiono ma restano lì, dietro il vetro a vedere la pioggia cadere il sole creare nuove forme e tenere a bada un...

  I giorni ti mettono in trappola ti convincono che resteranno giorni per sempre Invece diventano mesi e anni e poi ancora aria bianca che confonde tutto e mischia lustri e istanti I giorni ti mettono in trappola con le loro promesse gentili in mezzo alle urla dell’attimo del secondo, dell’istinto I giorni ti addormentano con la ragione, prima, e dopo col buonsenso ti vestono di mode ti ammazzano i silenzi ti coprono di domani finchè non dimentichi com’era com’è stato quando eri nudo I giorni ti mettono in trappola col loro poco per volta così poco da essere niente ma almeno è qualcosa -o questo è ciò che ti ripeti I giorni raccontano...

  segui il ragionamento, dici e parli di democrazia in modo che seguendo il ragionamento ne devo trarre che ogni politico è lì per rappresentarmi ogni poliziotto per proteggere i miei interessi ogni giudice per trattarmi equamente ogni professore per trasmettermi il suo sapere ogni giornalista per informarmi ogni regola per essere rispettata da tutti ogni carcere per punire chi sbaglia ogni ospedale per curare chi soffre ogni università per creare conoscenza ogni cimitero per far riposare chi ha vissuto bene seguendo il ragionamento uno di noi due è in errore ma non importa -non importerà nemmeno quando saremo in due stanzette lungo lo stesso corridoio e sentiremo dei passi arrivare avremo solo la sensazione di essere stati fregati senza aver fatto niente per impedirlo un po’ come rendersi...

  Tutto questo scrivere tutto questo non-senso come andare per prati in un giorno feriale decidere di farsi odiare dalla donna più bella come cercare tra i rifiuti con un sorriso in faccia come ricordare vecchie pene e farne aeroplanini La notte inquieta, stanca non ha molto da offrire negli episodi di eclisse totale quando non resta nessuna luce quando non resta che dar fuoco al foglio stesso su cui stai scrivendo E’ una ricerca affannosa un orgasmo in contemporanea una morte in diretta ma più spesso è venire a patti tra voglie auspicabili e le schiumanti bassezze dell’Essere in sordina Carezzare il proprio ego come un gatto malmesso dopo i calci che ha preso nel vicoletto buio Non si...

  Quando siamo fortunati sentiamo l'odore del fiume salire fin qui carezzarci fronti sudate dall'amore spianare rughe disperdere pensieri Quando siamo fortunati il cielo si prende una pausa, e anche noi risate di angeli & ghiaccio che tintinna nei bicchieri movimenti leggeri, consapevoli tregua Quando siamo fortunati ci rendiamo conto di esserlo piu' spesso di quanto ci rendiamo conto Ogni distrazione, ogni sussulto ogni ultima preoccupazione prima di dormire restano chiusi fuori dal nostro tramonto personale Quando siamo fortunati siamo svegli e pronti a sognare.   Marco Zangari © 2014 www.marcozangari.it Pagina Facebook: Marco Zangari...