Tutti i post in: Recensioni libri

Guardatevi dagli esseri incapaci di vizi, poiche' non possono che annoiare con la loro insipida presenza. Di che cosa, infatti, potrebbero parlare se non di morale? E chi non ha superato la morale non ha saputo approfondire alcuna esperienza ne' trasfigurare i suoi crolli. Una grande esistenza inizia la' dove la morale finisce, perche' soltanto a partire da quel punto essa puo' rischiare tutto, tentare tutto. Ho sempre avuto un debole per la filosofia, pur non capendoci niente. Mi hanno sempre avvicinato quei passi oscuri, complessi, che vanno avanti...

Telefono muto, buca delle lettere vuota, quanto al fax, da tempo non batteva ciglio. Il mondo dispiegava un cordone sanitario attorno a quelli che avevano avuto la forza di volere. Nel mio consueto, annuale pomeriggio di follia (soprattutto finanziaria) alla Feltrinelli di via del Corso a Roma, investo sempre qualche sudato euro in nuove uscite e nuovi autori, ai quali arrivo per sentito dire, perché hanno copertine o titoli intriganti (sì, a volte sono anch’io un prodotto del becero marketing), o per ispirazione divina (se il libro è bello)...

Lei m’informa che raccontano delle cose su di me. Credevo m’avessero dimenticato. Io non vedo nessuno. Non leggo nulla. Non so. E non parlo. La mia vita è finita Lucie, il mio non è un esordio, è un epilogo nella letteratura, una cosa ben diversa –o piuttosto le mie vite, poiché insomma ne ho avute almeno tre o quattro ch’io sappia. Céline era uno scrittore tosto, che di sicuro ha vissuto anche più delle “tre o quattro vite” che si attribuisce in queste lettere. C’è il Céline soldato, il...

Destino. Giusto un nome magniloquente per dire qualcosa che non si può modificare. Quando la vita ti dice “E dunque…”, tu annuisci e chiami quel dunque destino. Dopo il bel romanzo “Il senso di una fine” (che avevo recensito qui), mi sono incuriosito leggendo in giro di questo nuovo “Il rumore del tempo” (Einaudi), sempre di Julian Barnes, e nell’ultimo giro in Italia ho deciso di acquistarlo. Il libro racconta dell’esperienza del compositore russo Šostakovič (è evidente che per scriverlo bene ho fatto copia e incolla da Wikipedia, NdA), in...

Ci sono quei libri che –sì insomma, quei libri che ti dici, ma chi me lo fa fare? Che ti viene voglia di chiudere tutto, dare un bacio d’addio a quei 20 euro e sbattere la copia lassù a prendere polvere fino alla fine dei tempi. Capita. Così come capita dopo qualche pagina di Henry Miller. Dostoevskji poi rischi di non aprirlo nemmeno, sconfortato dalle dimensioni del mattone. Eppure, così come capita a chi si addormenta dopo venti minuti di “Apocalypse now”, rischieresti di perdere qualcosa di buono. In questo caso,...

Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più patetiche e ridicole nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi....

L’Overlook Hotel è uno di quei luoghi in cui, che avessimo letto il libro o visto il film, mai pensavamo che saremmo tornati. Eppure, dopo 35 anni, è successo nuovamente. Mai dare niente per scontato, specie quando di mezzo c’è il Re. Nel 2012, infatti, Stephen King, dopo una consultazione via internet con i suoi fans –e un’idea che gli girava in testa da qualche anno- ha deciso di scrivere il seguito del leggendario “Shining”. Il compito, ovviamente, non era di quelli propriamente semplici. “Shining”, uscito nel 1977, ha venduto...

Questo è il racconto dell'incontro di due uomini bianchi, solitari, macilenti e abbastanza anziani, su un pianeta che andava rapidamente morendo. Kurt Vonnegut è folle. I suoi libri sono folli. Questo “Colazione dei campioni” (Feltrinelli) è, tra i suoi che ho letto, quello più folle. Non sembra nemmeno un romanzo, e forse non è nato come tale. Vonnegut diceva di averlo scritto un po’ qui e un po’ lì. Direi che si nota abbastanza. Il libro racconta, in termini estremamente generali, dell’incontro tra Kilgore Trout, scrittore di fantascienza sconosciuto ma destinato...

La letteratura è un viaggio delusionale e delirante, infligge la delusione che quel mondo non esista veramente, e questo lo si fa solo inventando. Per concludere la settimana dedicata ai racconti, dopo Aldo Nove e Giorgio Falco mi sono fatto guidare dallaMinimum Fax (casa editrice che mi ha regalato delle soddisfazioni da lettore), con questo “Io odio John Updike” di Giordano Tedoldi. E stavolta mi sa che sono cascato male. Sicuramente non ha aiutato venire dalla letture dell’”Ubicazione del bene”, coi suoi racconti densi e scarni. I racconti presenti in...

000000000Pietro arriva a casa dopo le otto e mezza. Anche la multinazionale richiedeva devozione totale. Le enormi perdite di tempo rientravano nell’accettazione del sistema lavorativo. Chi usciva alle sei di pomeriggio dubitava della forza aziendale. Chi usciva alle otto di sera dubitava della vita. La settimana dedicata alle raccolte di racconti (italiani) continua. Dopo Nove e i suoi deliri, è toccato ad un libro stilisticamente agli antipodi –perché, contrariamente alle schegge impazzite di “Superwoobinda”, “L’ubicazione del bene” (Einaudi) non propone solo il racconto “classico”, ma esageratamente classico, prosciugato, incasellato,...