Scrittore Latino Australiano | Marco Zangari
Scrittore italiano emigrato a Sydney, autore di Latinoaustraliana, che racconta la vita dei giovani italiani trasferiti in Australia in cerca di lavoro.
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Lei m’informa che raccontano delle cose su di me. Credevo m’avessero dimenticato. Io non vedo nessuno. Non leggo nulla. Non so. E non parlo. La mia vita è finita Lucie, il mio non è un esordio, è un epilogo nella letteratura, una cosa ben diversa –o piuttosto le mie vite, poiché insomma ne ho avute almeno tre o quattro ch’io sappia. Céline era uno scrittore tosto, che di sicuro ha vissuto anche più delle “tre o quattro vite” che si attribuisce in queste lettere. C’è il Céline soldato, il...

Dopo 3 mesi passati fuori, non appena arrivo all’aeroporto, supero gli agenti terrificanti e gentili, trascino il mio bagaglio fino all’auto nell’alba accartocciata e mi infilo nel traffico insonnolito, penso subito: Sydney, mi sei mancata. Mi è mancato il tuo traffico perfettamente incolonnato, giudiziosamente in attesa, quell’aria di santità che piomba su tutti noi in coda mentre radio show rumorosi esalano gag e rumori e canzoni che non dureranno fino alla meta, sentendoci santi al punto tale che puniremo mentalmente chiunque oserà trasgredire anche per sbaglio anche per un...

ogni tanto mi sento come se ogni anno fosse stato 100 guerre e ogni guerra mille battaglie mi sento che non è ancora finita che non finirà mai mi sento di stare qui a guardare la gente che esce dalla chiesa dopo la messa e toccarmi sentendomi in colpa sentendomi niente mi sento come se dovrei fare qualcosa mi sento come se non so cosa cazzo sia mi sento che questo malditesta mi ucciderà insieme a incubi umidi e notti col fucile puntato mi sento come se il mio capo ha ragione a dirmi cosa fare e a farsi succhiare dalle segretarie mi sento come se hanno ragione tutti mentre la messa finisce ancora una volta e loro possono tornare...

Destino. Giusto un nome magniloquente per dire qualcosa che non si può modificare. Quando la vita ti dice “E dunque…”, tu annuisci e chiami quel dunque destino. Dopo il bel romanzo “Il senso di una fine” (che avevo recensito qui), mi sono incuriosito leggendo in giro di questo nuovo “Il rumore del tempo” (Einaudi), sempre di Julian Barnes, e nell’ultimo giro in Italia ho deciso di acquistarlo. Il libro racconta dell’esperienza del compositore russo Šostakovič (è evidente che per scriverlo bene ho fatto copia e incolla da Wikipedia, NdA), in...

Ci sono quei libri che –sì insomma, quei libri che ti dici, ma chi me lo fa fare? Che ti viene voglia di chiudere tutto, dare un bacio d’addio a quei 20 euro e sbattere la copia lassù a prendere polvere fino alla fine dei tempi. Capita. Così come capita dopo qualche pagina di Henry Miller. Dostoevskji poi rischi di non aprirlo nemmeno, sconfortato dalle dimensioni del mattone. Eppure, così come capita a chi si addormenta dopo venti minuti di “Apocalypse now”, rischieresti di perdere qualcosa di buono. In questo caso,...