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Premetto subito che il titolo kerouachiano serve per l’effetto drammatico: in realtà non stavo viaggiando, nè tantomeno sono solitario. Oggi però, per una serie di cause, mi sono trovato in centro a Sydney, con tutto il sabato davanti a me e niente da fare, e così ho deciso di farmi un giretto manintasca, a vedere un po’ cosa mi ero perso. In centro vado, e anche spesso (considerando che vivo ad una quarantina di minuti di treno da lì, e che sono un pigro militante), ma quasi sempre di sera....

  I giorni ti mettono in trappola ti convincono che resteranno giorni per sempre Invece diventano mesi e anni e poi ancora aria bianca che confonde tutto e mischia lustri e istanti I giorni ti mettono in trappola con le loro promesse gentili in mezzo alle urla dell’attimo del secondo, dell’istinto I giorni ti addormentano con la ragione, prima, e dopo col buonsenso ti vestono di mode ti ammazzano i silenzi ti coprono di domani finchè non dimentichi com’era com’è stato quando eri nudo I giorni ti mettono in trappola col loro poco per volta così poco da essere niente ma almeno è qualcosa -o questo è ciò che ti ripeti I giorni raccontano...

La letteratura è un viaggio delusionale e delirante, infligge la delusione che quel mondo non esista veramente, e questo lo si fa solo inventando. Per concludere la settimana dedicata ai racconti, dopo Aldo Nove e Giorgio Falco mi sono fatto guidare dallaMinimum Fax (casa editrice che mi ha regalato delle soddisfazioni da lettore), con questo “Io odio John Updike” di Giordano Tedoldi. E stavolta mi sa che sono cascato male. Sicuramente non ha aiutato venire dalla letture dell’”Ubicazione del bene”, coi suoi racconti densi e scarni. I racconti presenti in...

000000000Pietro arriva a casa dopo le otto e mezza. Anche la multinazionale richiedeva devozione totale. Le enormi perdite di tempo rientravano nell’accettazione del sistema lavorativo. Chi usciva alle sei di pomeriggio dubitava della forza aziendale. Chi usciva alle otto di sera dubitava della vita. La settimana dedicata alle raccolte di racconti (italiani) continua. Dopo Nove e i suoi deliri, è toccato ad un libro stilisticamente agli antipodi –perché, contrariamente alle schegge impazzite di “Superwoobinda”, “L’ubicazione del bene” (Einaudi) non propone solo il racconto “classico”, ma esageratamente classico, prosciugato, incasellato,...

Noi scrittori, qualora andiamo a una trasmissione, siamo consapevoli che se non gridiamo la gente compra sì qualche tuo libro, ma non abbastanza per andare continuamente nei villaggi Alpitour a trascorrere delle vacanze, perchè, se sei un po’ timido, I telespettatori non si impressionano, pensano già ad altri programmi. Dopo aver letto un bell’articolo su Vice riguardo l’eterna questione dei racconti in Italia (e del perché nel nostro Paese siano considerati genere marginale, quasi per feticisti), avevo voglia di una bella raccolta. Ho quindi deciso di approfittarne leggendo qualcosa...

  Il primo ricordo è il mare. Ci restavo così tanto che la pelle mi diventava marrone. Mio nonno pensava che fossi africano. Mi guardava correre verso l’acqua e poi si buttava anche lui. Rideva. Mia nonna era al bar. Lo avevano aperto dopo la guerra, dopo che erano stati mandati via, in un paesino di montagna, per le bombe. Avevano patito la fame, mangiavano pane nero e tiravano avanti per giorni senza mettere niente sotto i denti. Quando gli americani alla fine arrivarono, con i carri armati e le...

I fatti avvenuti di recente in Sicilia (…) provavano come in tutta l’isola covasse un gran fuoco, che presto sarebbe divampato; e a rappresentar la Sicilia come una catasta immane di legna, d’alberi morti per siccità, e da anni e anni abbattuti senza misericordia dall’accetta, poichè la pioggia dei benefizi s’era riversata tutta su l’Italia settentrionale, e mai una goccia ne era caduta su le arse terre dell’isola. Ora i giovincelli s’erano divertiti ad accendere sotto la catasta i fasci di paglia delle loro predicazioni socialistiche, ed ecco...

In questo regno di sonni a metà parliamo una sola lingua fatta di parole che non conosciamo nelle quali crediamo fino a sera Abbiamo smesso, oltre quella porta, di essere persone adesso siamo solo anime in stand-by in attesa in attesa in attesa che un estraneo ci dica cosa succederà di tutte le cose che conosciamo E quando ci parlano di amore chiediamo solo cosa c’è per cena Quello che resta dal mondo di fuori sono foto troppo colorate erezioni improvvise e sedie vuote Anime in stand-by col destino portato da medici col viso indifferente come quello di dio Luci al neon, pillole, carrelli che passano e poi è di nuovo notte Alla fine realizzi che in questo regno dove le lacrime hanno ormai perso senso l’unica vera rivoluzione è un...

  Gentile casa editrice “XY” Io conosco voi, ma voi non conoscete me. Proprio per questo motivo ritenevo opportuno scrivervi qualche riga sui miei racconti, su cosa parlano. Ci ho pensato un bel po’, guardando fuori dalla finestra, tanto che mi stava venendo sonno. Ho sbadigliato e mi sono seduto alla scrivania. Non e' cambiato molto. Allora sono andato di sotto a prendermi un ghiacciolo. So che sarebbe stato meglio farmi una birra, ma e’ estate, e’ Australia e sono le 10 del mattino. Un ghiacciolo puo’ andare bene, anche...

  L’Anzac è la festa nazionale più sentita dagli australiani, e per semplice coincidenza cade proprio nel giorno della Liberazione in Italia (anche se non hanno niente da spartire). In tutta l’Australia si fa una parata a cui partecipano i reduci delle due guerre. Rett, il nonno di Skye, ogni anno sfilava per le strade della città coi suoi ex compagni di reparto. Quelli ancora vivi, s’intende. Le strade erano chiuse al traffico. Rett arrivò vestito in maniera impeccabile, giacca a righe e un pantalone di velluto. Salutò i suoi...